Chi può scrivere o dire una sola parola definitiva sulla musica? Nella contemplazione dell’opera musicale qualunque pregiudizio, qualunque conclusione ferma, uccide la possibilità di cogliere lo spirito dell’arte, e questo fugge ineffabile lasciandoci a terra, trafitti dal nostro anelito cognitivo.

Dominare la Musica non ci è dato, ci è dato piuttosto servirla. Se, però, non possiamo soggiogare l’impetuoso, veloce corso della Musica, possiamo assecondarlo e divenire parte di esso.

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Atalanta, velocissima dea vergine, figlia di Giasone, non voleva sposarsi e annunciò che avrebbe sposato solo chi l’avrebbe vinta nella corsa. A tutti i suoi pretendenti essa offriva qualche metro di vantaggio, ma nel momento del sorpasso li uccideva trafiggendoli con la sua lancia. Un giorno la sfidò Ippomene che, poco prima di essere raggiunto, lasciò cadere a terra, uno dopo l’altro tre preziosi pomi d’oro, omaggio di Afrodite. Per tre volte Atalanta rallentò la sua corsa per raccoglierli, ma ogni volta si rialzava e recuperava lo svantaggio. Alla terza mela Ippomene giunse al traguardo e poté averla.

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Atalanta Fugiens è l’opera principale del rosicruciano Michael Maier scritta, probabilmente, tra il 1617 e il 1619 all’età di cinquant’anni. Pochi anni dopo, durante la guerra dei trent’anni, Maier scompare nel nulla senza lasciare traccia di sé.

L’opera, che si propone come una serie di emblemi, testi poetici, “fughe” musicali e dissertazioni attorno agli enigmi (gli “arcana”) che Dio ha nascosto nella natura, è intitolata alla velocissima Atalanta e identifica il lettore assetato di verità, fin dall’epigramma introduttivo, nell’audace Ippomene.

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Atalanta Fugiens Orchestra è un gruppo formato da persone che condividono la passione per la Musica intesa come mezzo di conoscenza, nella consapevolezza che la conoscenza che ci offre la Musica non è assolutamente riducibile al linguaggio (pena il suo disfacimento).

Il sapere che ci offre lo studio dei trattati, del contrappunto, del testo musicale, sono doni certamente preziosi, ma che vanno lasciati “cadere” (come i frutti che Afrodite donò ad Ippomene) per godere della vera ed ineffabile Conoscenza della Musica.