Rassegna Stampa

CD Classico - recensioni e interviste dal mondo del disco

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Ecco il VI volume dell'Archivio della Sinfonia milanese, progetto discografico nato in casa dhm, ma espressione di un importante sforzo di revisione critica del repertorio sinfonico del settecento lombardo, messo in atto dall'Università statale di Milano e da Vanni Moretto, per promuoverne la conoscenza, la diffusione e l'esecuzione.

Il comasco Pasquale Ricci, nato nel 1732, divenne maestro di cappella e organista della Cattedrale della sua città nel 1759, ma già nel 1764 partì per una lunga turnee europea (suo sodale in questo viaggio di lavoro fu l'amico violoncellista e compositore Francesco Zappa, altro musicista degno di menzione non solo nella Lombardia del XVIII secolo) che lo portò in Olanda, dove soggiornò a lungo anche in seguito, essendo residente all'Aia.

Ciò testimonia del suo valore e del "peso musicale" che a lui ed alla scuola milanese-lombarda venivano attribuiti in Europa.

In questa prospettiva non apparirà singolare che nel cielo musicale del secolo, punteggiato di numerosissimi astri di prima grandezza, il sinfonismo milanese risplendesse di luce propria, capace di suscitare interesse e di crearsi spazi nel mercato editoriale non solo italiano: pensiamo anche a Chelleri, Zappa, Brioschi, Zingarelli, di cui l'Archivio si è già occupato, anche discograficamente, nella medesima collana. A dispetto di questo vero e proprio fenomeno, che va ben al di là della moda, e che funse da "apripista" per chi portò alle estreme conseguenze tale percorso del gusto musicale ( Haydn, Mozart, Beethoven) oggi questa stagione è poco conosciuta dal grande pubblico e l'oblio che la pervade non ha ragion d'essere. La Sinfonia milanese ci apparirà allora per quello che fu e che è: semplice, orecchiabile, di facile ascolto, libera da pesanti orpelli barocchi, "traghettatrice" verso la "forma-sonata" dello stile classico.

Vanni Moretto e l'ensamble Atalanta fugiens sono gli entusisti e preparatissimi motori di tutta l'impresa, la cui intera produzione discografica non dovrebbe assolutamente mancare nelle nostre discoteche.

Angelo Formenti


LA GAZZETTA DI PARMA 18 febbraio 2013

Il classico in discoteca

RISCOPRIRE BRIOSCHI PER ANDARE ALLE ORIGINI DELLA SINFONIA

La mappa del paesaggio musicale che percorriamo come ascoltatori, guidati dalla consuetudine, è quella delineata da una “ storia della musica” che è andata in certo qual modo schematizzandosi, lasciando infinite zone d’ombra entro le quali gli studiosi hanno indagato, a volte con vere e proprie sorprese. Una delle ‘zone oscure’ è quella che riguarda l’origine della Sinfonia, in quel momento di passaggio così significativo tra il cosiddetto ‘barocco’ e il classicismo, interregno vagamente inquieto nella varietà di atteggiamenti variamente etichettati, stile galante, preclassico, rococò, tutti riflettenti le istanze di una affiorante società di conoscitori,< Kenner und Liebhaber>, che si apriva alla musica con una nuova spinta comunicativa. Da qui una trasformazione del linguaggio, in termini di duttilità, di semplicità armonica, di struttura più eloquente, caratteri che si ritrovano nella nuova forma della Sinfonia di cui Haydn suggellerà un modello assoluto. Una trama innovativa che attraversa l’Europa movendo da diversi centri, tra cui Milano il cui apporto all’approdo della forma sinfonica , grazie in particolare ad una personalità come quella di Sammartini - ammirato da Gluck, da Mozart, da Johann Christian Bach ( il quale parlerà a Padre Martini di una < maniera lombarda di suonare in Sinfonia>- è andato definendosi in maniera sempre più decisa. Merito anche di un’iniziativa come l’<Archivio della sinfonia milanese> che ha dato luce ad alcuni musicisti, gravitanti attorno a Sammartini, ed ora portatori di vere e proprie rivelazioni . Tra questi trova spicco la figura di Antonio Brioschi, di cui poco si sa della vita ma che invece ha ritrovato una sua ben spiccata fisionomia musicale attraverso la riscoperta di partiture, diffuse nella varie sedi europee a testimonianza della sua notorietà e del gradimento ricevuto. L’impegno di Vanni Moretto, con l’eccellente gruppo strumentale da lui guidato < Atalanta Fugiens> ha recato un contributo assai apprezzabile alla rinascita di questo compositore, realizzando per la Sony Music due CD contenenti ognuno sei Sinfonie il cui ascolto risulta oltremodo stimolante per l’osservazione di come il trapasso stilistico tra barocco e il primo classicismo avvenga con una decisa originalità, nel modo di concepire una forma in maniera non più lineare bensì articolata attraverso un gioco di figurazioni e di declinazioni strumentali che vanno al di là di una consolidata tradizione contrappuntistica per lasciar trasparire un discorso più inventivo, per molti aspetti sorprendente.

g.p.m.


 La Provincia Pavese

“700 Pop”, la classica in chiave moderna

Vanni Moretto stasera dirige i “gagliardi” Atalanta Fugiens


PAVIA. S'intitola “700 Pop” il concerto-spettacolo che si terrà questa sera alle 21 nell'aula magna del collegio Ghislieri, per la rassegna Pavia Barocca 2013, e che vedrà protagonisti gli Atalanta Fugiens diretti da Vanni Moretto. La storia messa in scena – con la partecipazione dell'attrice Debora Mancini – racconta di un manipolo di compositori “giovani, milanesi e gagliardi”, che hanno in mente una musica semplice, ma incisiva, trascinante a tal punto da essere suonata nelle piazze e per la gente. Arricchiscono la sezione dei bassi per far arrivare il suono a tutto il corpo, e non solo alle orecchie e sono considerati innovatori, anche se la loro musica di lì a poco verrà definita “classica”. I loro nomi, sono Antonio Brioschi, Ferdinando Galimberti, Giovanni Battista Sammartini e Fortunato Chelleri e stanno per compiere una rivoluzione che manderà in pensione lo stile Barocco attraverso una nuova impronta strumentale: via ogni sofismo e ogni “barocchismo”, per privilegiare la semplificazione del contrappunto, tonalità maggiori, frasi lineari e incisive. Finisce il secolo, il governo spagnolo è in crisi, gli austriaci premono alle porte di Milano e c’è aria di rivoluzione nei costumi, nell’architettura, nella vita di tutti i giorni e, ovviamente, anche nella musica.

E’ l’inizio della rivoluzione che farà di Milano una delle capitali di un nuovo stile strumentale. Per una sfortunata congiuntura storica, tuttavia, i loro nomi verranno travolti e dimenticati sotto le macerie del tempo e oggi sono sottoterra, da secoli. Ma è proprio grazie a un'altra storia – quella ricostruita e curata da Andrea Taddei nell’emozionante rilettura sonora di Vanni Moretto, eseguita con l’orchestra Atalanta Fugiens – che la vicenda di questi compositori e la loro musica ritornano con tutta la loro forza “pop”, rinascendo da un passato in una maniera inequivocabilmente presente.

«Abbiamo deciso di raccontare questa storia con uno spettacolo pop, una voce, un video, un’orchestra, convinti del fatto che “fare musicologia” attraverso il teatro è possibile – dice Vanni Moretto - La vita di un compositore, e non solo la sua musica, può trasformarsi in arte e far vivere forti suggestioni, la storia di una città può snodarsi lungo il tempo di una serata come una bella melodia, le questioni formali non sono “roba” per tecnici, ma temi che riguardano il sentire di ogni essere umano, da vicino. Questo è “700 Pop».

Vanni Moretto ha fondato nel 1996 il gruppo camera Atalanta Fugiens con il quale ha inciso diversi dischi per il mensile Amadeus e dal 2006 l’ensemble sta lavorando al progetto “Archivio della Sinfonia Milanese” con Sony Bmg, dedicandosi alle sinfonie composte a Milano dal 1730. A partire dal 2007, Moretto è anche direttore generale della serie discografica battezzata appunto “Archivio della Sinfonia Milanese” e pubblicata da Casa Ricordi e inoltre, grazie alla collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, ha avviato il “Progetto Brioschi", il cui obiettivo è rivalutare il compositore che ha dato un contributo decisivo alla nascita del genere sinfonico.

Marta Pizzocaro

La Provincia Pavese

Pavia Barocca, al Ghislieri viaggio musicale con Mozart

Stasera è di scena il gruppo Atalanta Fugiens diretto da Vanni Moretto In programma anche pagine di Zappa, Zingarelli e Johann Christian Bach PAVIA. S'intitola “Il teatro dei lumi. In Viaggio con Mozart da Milano a Torino” il nuovo concerto della serie “Gold” di Pavia Barocca, realizzato nell’ambito del Circuito Lombardo di Musica Antica e in programma per questa sera alle 21 nell’Aula Magna del Collegio Ghislieri. Protagonista della serata musicale sarà l'ensemble Atalanta Fugiens diretto da Vanni Moretto, impegnato in un programma dedicato alla Sinfonia milanese che prevede l’esecuzione della Sinfonia milanese n. 4 in do maggiore di Francesco Zappa (attivo 1763-1788 Milano), della Sinfonia n. 1 in mi bemolle maggiore di Gaetano Pugnani (Torino 1731-Torino 1798), dell’Ouverture da Mitridate Re di Ponto in re maggiore di W. A. Mozart (Salisburgo 1756-Vienna 1791), della Sinfonia in si bemolle maggiore (Den Haag) di Johann Christian Bach (Leipzig 1735-London 1782) e della Sinfonia milanese n. 5/I in sol minore di Niccolò Zingarelli (Napoli 1752-Torre del Greco 1837).

«Nel corso del XVIII secolo, sotto gli Asburgo, Milano conobbe uno straordinario sviluppo delle arti e della musica – spiega Vanni Moretto - Con il programma “Il Teatro dei Lumi” cercheremo di respirare l'aria di libertà e di trasformazione che soffiava nella fase pre-rivoluzionaria nella città di Parini e di Beccaria. Ma non solo. Idealmente accompagnati da Mozart, che di quell’aria conobbe gli effetti, ci sposteremo in un’altra grande città del Nord-Italia dell’epoca, Torino».

Il progetto musicale che vede protagonista Atalanta Fugiens nasce nell’ambito del lavoro di ricerca sulla Sinfonia milanese dal 1730 alla fine del secolo che Vanni Moretto conduce da circa sette anni in collaborazione con l'Università degli Studi di Milano, Sony ed editrice Ricordi, nell’ambito del Circuito Lombardo di Musica Antica. «Oltre ai nomi più famosi ci sono altri compositori da riscoprire – aggiunge Moretto – Tra questi, Francesco Zappa (primo in scaletta per questa sera), che probabilmente sarebbe rimasto nel dimenticatoio se nel 1984 il quasi omonimo Frank Zappa non gli avesse dedicato un LP».

Le prime tracce della carriera di Francesco Zappa, violoncellista e compositore (soprattutto musica da camera per trio a due violini e basso), risalgono al 1763-1764: in quegli anni, a Milano, diede lezioni di musica al Duca di York, che successivamente lo volle come “Maestro di Musica”, carica che Zappa rivestì fino al 1767, anno della morte del Duca. Dal 1764 fu molto attivo in Francia, Germania e Olanda, mentre, dal 1794 in avanti, non esiste di lui alcuna notizia verificabile. «Per noi la musica di Francesco Zappa è stata una sorpresa: – dice ancora il direttore di Atalanta Fugiens - nel panorama sinfonico degli anni '60, è uno degli autori più spregiudicati e interessanti. Tra Frank e Francesco infatti c'è un legame non solo di omonimia, ma di analogia fra due momenti storici che, avvicinandosi rispettivamente alla Rivoluzione francese e al '68, segnano un parallelo aumento di spregiudicatezza musicale».

11 ottobre 2012



Dal Blog di Tiscali

il Frank Zappa del XVIII secolo

6 Ottobre 2012

"Quinto fondamentale volume — fondamentale come i quattro precedenti — della collana discografica che l’ensemble Atalanta Fugiens di Vanni Moretto dedica alla riscoperta della Sinfonia della “scuola” milanese del Settecento inoltrato. Le sinfonie di Francesco Zappa (artista imprevedibilmente riscoperto negli anni Ottanta per primo nientemeno che dal quasi omonimo Frank Zappa) partono e tuttavia si distinguono dal sinfonismo post-vivaldiano dell’ambito di Sammartini, avvicinandosi sovente al linguaggio classico mitteleuropeo (spostamento stilistico dovuto forse anche ai numerosi viaggi oltralpe del compositore, in qualità di violoncellista). Le pagine orchestrali di questa raccolta, eccezionalmente briose (tutte in tonalità maggiori, infatti), vengono rese splendidamente dal suono scintillante della magnifica orchestra che le esegue."

La Gazzetta di Parma

Il classico in discoteca

IL MISTERO DEI DUE ZAPPA

"Irresistibile mattacchione Frank Zappa! Quando nel 1984 apparve un suo disco intitolato <Francesco Zappa> si pensò che il geniale musicista si fosse preso una capricciosa vacanza, una estrosa divagazione dal suo sempre sorprendente itinerario, proponendo musiche di sapore settecentesco attraverso il synclavier. Un gioco, senza dubbio, tramato di tanti risvolti provocatori, che nasceva dalla scoperta sul <Grove>, il prestigioso dizionario musicale inglese, di un Francesco Zappa, oscuro musicista milanese di cui David Ocker, suo collaboratore, gli aveva procurato anche alcune musiche; da qui il capriccioso travestimento innescato dalla singolare omonimia, il cui esito è stato quello di ridar una nuova vita a Francesco, musicista di indubbie qualità come si può constatare dall’ascolto del disco della <Deutsche Harmonia Mundi> che propone sei Sinfonie, edite a Parigi durante il soggiorno francese del musicista, tra il 1760 e il 1770. Il disco fa parte, come volume quinto, dell’<Archivio della sinfonia milanese> , intrapresa non poco lodevole di un gruppo di studiosi impegnati nel ridar giusta luce ad un momento di straordinario fervore quale quello che ha animato la vita musicale negli ultimi decenni del settecento e che rappresenta un’originale zona di trapasso tra il cosiddetto stile galante e il più essenziale e aureo ‘stile classico’, temperie oltremodo vivace, che da Milano è andata irradiandosi in tutta Europa, attivata da una personalità di forte spicco quale Giovan Battista Sammartini attorno al quale vanno via via affiorando altre personalità singolari quali quelle di Antonio Brioschi, di Fortunato Chelleri e, appunto del finora sconosciuto ai più Francesco Zappa, musicista attivo e assai apprezzato anche come violoncellista in Inghilterra, in Francia , in Germania e in Olanda. Il disco, nella realizzazione fresca e appassionata degli strumentisti, guidati da Vanni Moretto, della < Atalanta fugiens> , che dell’associazione milanese è il tramite operativo oltremodo affidabile, ci propone in ritratto quanto mai incisivo per la vivacità del discorrere strumentale, la ricchezza del gioco tematico, la disinvoltura di un’eloquenza che lascia però sempre intendere una consapevolezza formale di avvincente trasparenza."

g.p.m.